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Un weekend per due capitali europee: Vienna e Bratislava

2025-06-21 13:47

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EUROPA, weekend,

Un weekend per due capitali europee: Vienna e Bratislava

AUSTRIA - SLOVACCHIA - EUROPA

Nel cuore della Mittelleuropa, lungo il corso del Danubio, si trovano due capitali distanti tra loro appena 60 km: sono Vienna e Bratislava. Vienna, capitale dell’Austria, un tempo centro del potente Impero Asburgico, oggi mescola la sua eredità imperiale con la cultura contemporanea. Bratislava capitale della Slovacchia dal 1993, ovvero dall’indipendenza dai fratelli Cechi, oggi è una città dinamica ed in forte crescita economica. Vienna, città moderna e multiculturale, patrimonio dell’Umanità dell’Unesco dal 2001, ci ha accolto durante il nostro long weekend con i suoi palazzi eleganti, i suoi immensi parchi, le sue regge imperiali, la sua musica classica, i suoi musei ricchi di opere d’arte, le sue birrerie dove gustare piatti tradizionali ed i suoi “kaffeehaus”. Dallo Schloss Belvedere, dove si può ammirare “Il Bacio” di Gustav Klimt, abbiamo goduto di una vista spettacolare sullo skyline della città. Assolutamente imperdibile è stato il giro sulla ruota panoramica, la “Riesenrad”, attiva da 130 anni, all’interno del “Prater”, il più antico parco divertimenti del mondo. Non contenti, abbiamo aggiunto una tappa a Bratislava, città fresca di recente restauro, inserita nelle destinazioni “Best in Travel 2025” dalla Lonely Planet, perfetta da esplorare in un giorno. Abbiamo avuto accesso alla sua città vecchia dalla medievale Torre di San Michele, l’unica rimasta delle quattro originariamente presenti: è visitabile dopo il restauro e dalla sua terrazza si gode di una vista a 360° sulla città. Ci siamo spinti fino al suo castello bianco, in stile rinascimentale, che, arroccato su una collina, domina la città. Dal castello, seguendo il corso del Danubio, la vista spazia in un territorio che va dall’Austria all’Ungheria. Bratislava ci ha sorpreso non solo per la sua ricchezza architettonica, ma soprattutto per il suo dinamismo culturale, nonostante un passato di comunismo ancora visibile nelle architetture brutaliste delle periferie che contrastano con la bellezza dei palazzi barocchi e rinascimentali del centro, un tempo dimora di nobili ungheresi.

 

1°giorno – Benvenuti a Vienna

Abbiamo volato dall’Aeroporto di Bari con un Airbus della compagnia maltese Lauda Europe, operato da Ryanair, arrivando a Vienna in circa 1 ora e 20 minuti. Un transfer prenotato su Booking ci attendeva agli arrivi per portarci, nel 7° distretto, il quartiere più creativo di Vienna. Abbiamo scelto di alloggiare presso l’Hotel Hoxton, prenotato online dal sito internet. Si tratta di un nuovo hotel di design ottenuto in un vecchio edificio modernista, in Rudolf – Sallinger – Platz, a due passi dallo Stadtpark, il più antico parco pubblico di Vienna. Simbolo delle nuove tendenze di design e di moda, questo hotel si è rivelato perfetto per esplorare la città essendo contemporaneamente lontano dal caos turistico e a due passi dal centro. L’edificio, sede per decenni delle Camere Economiche d’Austria, è stato progettato da Carl Appel (1991- 1997), uno dei più importanti architetti austriaci del dopoguerra. Le sue 196 stanze, restaurate di recente, sono arredate in stile anni ‘50 e dotate di tutti i confort. Dall’ultimo piano, dove si trova un bar ed una piscina, si gode di una vista mozzafiato sui tetti della città ed in particolare sulla Cattedrale di Santo Stefano con il suo campanile gotico e la sua copertura maiolicata. Al piano terra ci accoglie una lobby spettacolare, dove rilassarsi sorseggiando un cocktail, seduti sui comodi divanetti del bar. Lungo la rampa della scala principale sono esposte opere contemporanee, e nello specifico le colorate tele di Luis Morales De La Cruz. Al piano terra si trova anche un ristorante “Bouvier”, con cucina a vista, dove vengono servite delle colazioni dolci e salate “à la carte”. Un consiglio furbo per muoversi rapidamente in città: Bolt funziona benissimo e lo abbiamo usato spessissimo.

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2° giorno – Vienna: musei, storia e divertimento al Prater

 

Mattina: Viaggio nella storia della terra al Museo di Storia Naturale

Iniziamo la giornata nello spettacolare  Museo di Storia Naturale. Ubicato in uno splendido palazzo di fine ottocento esso ripercorre, all’interno delle sue sale, quattro miliardi di anni di storia della terra. La grande cupola e le sale decorate con pitture e stucchi sono davvero uno spettacolo per gli amanti della fotografia. È il palazzo gemello del Museo delle Belle Arti, situato proprio di fronte in “Maria-Theresien-Platz”, con la statua di Maria Teresa d’Austria, realizzata nel 1888, dallo scultore “Kaspar von Zumbusch”. I due musei gemelli, in stile rinascimentale, nati grazie all’imperatore Francesco Giuseppe raccolgono, in un unico luogo, le importanti collezioni degli Asburgo. Il museo di storia naturale ha delle sale interamente dedicate ai minerali, ai fossili ed alle gemme: Il bouquet di pietre preziose, regalato dall’Imperatrice Maria Teresa all’imperatore Francesco I nel 1760, è conservato proprio qui. Al suo interno si trovano altresì 1100 reperti di meteoriti, la più grande collezione al mondo, ed anche un pezzo di luna. Ci sono fossili e ossa di dinosauro, la pelle di un Mammut e lo scheletro della più grande tartaruga mai esistita al mondo. Il pezzo forte del museo si trova però nelle sale dedicate alla preistoria ed è una statuetta di 11 cm risalente al paleolitico, la cosiddetta “Venere di Willendorf”: incredibilmente conservata dopo 29.500 anni! Il primo piano del museo è dedicato invece alla zoologia con reperti di animali, alcuni addirittura estinti: un vero paradiso per gli studiosi di questa materia.

 

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Pranzo: Figlmüller, la patria della Wiener Schnitzel

A mezzogiorno ci dirigiamo presso il ristorante “Figlmüller”, la patria della cotoletta, ovvero una fetta sottile di manzo panata e fritta che qui si chiama “Wiener Schnitzel”. In questo tempio della cucina tradizionale viennese, attivo fin dal 1905, è assolutamente obbligatorio prenotare in anticipo. Qui la cotoletta è sottilissima ma grande quanto una pizza. Viene servita con patate o con insalata. Impossibile non accompagnarla con una birra locale, spillata nell’ampio bancone all’ingresso. Nel menù si trovano i piatti della cucina austriaca, tutti molto buoni e gustosi, anche perché il viennese è conosciuto per essere amante della buona cucina.

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Pomeriggio: Free Walking Tour nel cuore di Vienna

Pronti ad immergerci nella storia di Vienna, alle 15:00 ci dirigiamo in “Helmut-Zilk Platz” per il Free Walking di Prime Tour della durata di 2 ore in lingua inglese. In questa Piazza si trova il commovente “Monumento contro la guerra ed il fascismo” (1988). Un blocco di questo monumento rappresenta un ebreo che strofina il pavimento, messo lì per ricordare quando, nel 1938, all’annessione dell’Austria al Terzo Reich, gli ebrei, in città, dovettero ripulire le strade dagli slogan antinazisti e austriaci. Dalla piazza è visibile l’Opera di Stato, “Staatsoper”, costruita tra il 1861 e il 1869, da August Sicard von Sicardsburg e Eduard van der Nüll, quest’ultimo morto suicida a seguito delle critiche rivolte dai viennesi al suo palazzo. Sulla Piazza si affaccia l’Albertina uno dei musei più interessanti di Vienna perché possiede al suo interno la più importante collezione grafica del mondo. Questo museo è ubicato all’interno del più grande palazzo residenziale degli Asburgo, dove visse Maria Cristina, figlia prediletta di Maria Teresa, con l’amato marito Alberto di Saxe-Teschen. Il nome Albertina deriva proprio dalla combinazione dei loro nomi di battesimo: Alberto e Cristina. Dalla Piazza si scorge anche l’Hotel Sacher , conosciuto in tutto il mondo perché qui è nata la “Sachertorte”. Lasciata questa Piazza ci siamo diretti verso il “Palais Lobkowitz”, sede del Museo austriaco del Teatro, costruito in stile barocco e risalente al XVII secolo. Qui la guida ci ha parlato dei compositori che hanno vissuto a Vienna: Gli Strauss padre e figlio, Ludwig van Beethoven, Wolfgang Amadeus Mozart, Franz Schubert, Gustav Mahler, Franz Joseph Haydn e molti altri. Beethoven per vivere a Vienna percepiva una pensione di ben 4000 fiorini in parte corrisposta dallo stesso principe Lobkowitz. Prima di arrivare all’Hofburg passiamo dalla Cripta Imperiale dei Cappuccini, luogo di sepoltura dei membri della famiglia imperiale, tra cui Francesco Giuseppe, Sissi e Maria Teresa. Alla loro morte gli Asburgo venivano di fatto sembrati: mentre il loro corpo era conservato nella cripta dei Cappuccini, i cuori venivano conservati in urne d’argento in Augustinerkirche, la chiesa degli Agostiniani e le viscere nella Cattedrale di Santo Stefano. Da qui in una manciata di minuti siamo arrivati al complesso dell’Hofburg, oggi sede degli uffici del Presidente della Repubblica. Questo luogo straordinario fu sede del Congresso di Vienna, qui alloggiò Napoleone Bonaparte dopo l’accordo di pace con l’Austria, qui vissero Maria Teresa con suo marito ed i suoi 16 figli ed ospitò anche Francesco Giuseppe e la principessa Sissi, fino alla sua morte a Ginevra nel 1898, per mano dell’italiano Luigi Lucheni. Visitiamo “Josefsplatz”, da molti considerata la piazza più bella di Vienna, con al centro la statua equestre di Giuseppe II. Passiamo poi attraverso il Cortile degli Svizzeri, nome che deriva dal fatto che qui un tempo vi erano le guardie svizzere in servizio. Qui si trova l’ingresso per visitare il tesoro imperiale con il pezzo forte della collezione, la corona del sacro romano impero tedesco, con la quale sono stati incoronati gli imperatori a partire dal X secolo. Le corti dell’Hofburg sono un susseguirsi di scenografici scorci come quella interna “In der Burg”, dove si affacciano l’ala di Leopoldo I e gli appartamenti imperiali di Francesco Giuseppe e di Sissi, oggi occupati interamente da un museo. L’accesso al museo della principessa Sissi così come quello alla scuola di equitazione spagnola (con i suoi celebri cavalli Lipizzani) sono generalmente presi d’assalto dai turisti: qui è obbligatoria la prenotazione perché altrimenti si rischia di trovare tutto “sold out”. Uno dei prospetti dell’Hofburg dà su piazza degli eroi, “Heldenplatz”. Su questa piazza si affaccia il Neue Burg, edificato nel 1881 da Francesco Giuseppe e terminato dall’arciduca Francesco Ferdinando dopo la sua morte. Nel 1938 dal balcone di questo palazzo Adolf Hitler proclamò l’annessione dell’Austria alla Germania, ed oggi a quel balcone nessuno può accedervi. Dal parco si scorge altresì il profilo del Municipio di Vienna o Rathaus, edificato in stile neogotico tra il 1872 e il 1883 con la sua torre alta 100 metri. Un altro prospetto dell’Hofburg affaccia invece su Michaelerplatz, voluta da Carlo VI nel 1711, appena eletto imperatore del Sacro Romano Impero. Da qui percorriamo la lussuosa Kohlmarkt Strasse dove incontriamo la pasticceria Demel, fondata nel 1786. La guida ci ha spiegato che è esistita una vera diatriba per stabilire la paternità della Sacher Torte tra la pasticceria Demel e il Cafè Sacher. Il figlio dell’inventore della Sacher Torte, Eduard, andò a lavorare infatti come apprendista del pasticcere di corte fondatore della pasticceria Demel. Dopo anni di controversie, una sentenza del Tribunale ha stabilito che al Cafè Sacher spetta il titolo di “Sacher – Torte Originale” mentre Demel può siglare il proprio dolce con “Demel’s Sacher Torte”. Abbiamo poi raggiunto a piedi il Graben, la strada storica dello shopping, con al centro la barocca Colonna della Peste, innalzata in occasione della fine dell’epidemia nel 1679. All’altezza di Stephanplatz, il Graben incrocia Kärntner Straße che è delimitata da un lato da palazzi barocchi e dall’altro dalla Haas Haus, edificata tra il 1985-1990 dall’architetto Hans Hollein, provocatoriamente in vetro acciaio proprio a ridosso della gotica Cattedrale di Santo Stefano. Il tour termina davanti a questa maestosa cattedrale, costruita nel 1359 da Rodolfo IV degli Asburgo con il suo campanile alto 136 metri ed il suo tetto maiolicato composto da 250.000 tegole smaltate che formano lo stemma di Austria e di Vienna con l’aquila asburgica. Prima di rientrare in hotel ci siamo fermati, per una meritata sosta relax, dopo tanto camminare, al Cafe Das Hagel, fondato nel 1921, per assaggiare finalmente un pezzo della famosa sacher torte viennese che qui è servita rigorosamente con un ciuffo di panna montata non zuccherata: una vera delizia.

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Sera : Emozioni al Prater

Al calar della sera raggiungiamo il Prater con Bolt. Ubicato nella zona nord di Vienna è il più antico parco divertimenti al mondo, un tempo riserva di caccia degli Asburgo. All’interno del parco ci sono 250 attrazioni: imperdibile è un giro sulla storica ruota panoramica (Wiener Riesenrad), costruita nel 1897, in occasione del giubileo d’oro dell’imperatore Francesco Giuseppe. Questa meraviglia dell’ingegneria è in funzione da 130 anni. Dalla sua sommità a 65 metri, si gode di una vista incredibile su tutta la città. E’ stato emozionante accedere alle carrozze d’epoca dopo aver visitato il bellissimo museo in legno (vicino alla ruota panoramica) che raccoglie oggetti curiosi sulla storia del parco. All’interno della ruota panoramica sono state girate le scene del film “Il terzo uomo” (diretto da Carol Reed nel 1949), ambientato in una Vienna post bellica, ancora piena di macerie e divisa in 4 zone, controllate rispettivamente da truppe Americane, Inglesi, dell’Unione Sovietica e Francesi. Il film interpretato da Orson Welles è considerato il miglior film britannico del XX secolo e viene proiettato tre volte a settimana al BurgKino, un cinema di Vienna. Dopo aver visitato il parco eccoci per una cena allo “Schweizerhaus”, storica birreria proprio all’interno del Prater, famosa per lo stinco di maiale e frequentata soprattutto da gente del posto.

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3° giorno – Bratislava: incanto sulle rive del Danubio

 

Mattina: Partenza da Vienna

Dopo colazione, con Bolt abbiamo raggiunto la Wien Hauptbahnhof per prendere un treno, prenotato con l’app di ÖBB per la stazione di Bratislava Petržalka. Le due capitali sono infatti collegate con treni a frequenza oraria durante tutto l’arco della giornata: il viaggio dura appena un’ora. Una volta arrivati in Stazione, sempre con Bolt, abbiamo raggiunto il centro di Bratislava.

 

Scoprendo Bratislava

La giornata comincia dalla visita della città vecchia (Staré Mesto), alla quale si accede attraverso la Porta di San Michele, risalente al XIV secolo: l’unica delle 4 porte medievali sopravvissuta. Per raggiungerla abbiamo attraversato il ponte del Silenzio, che deve il suo nome ad una leggenda: bisogna percorrerlo rigorosamente in silenzio in quanto altrimenti si morirà entro un anno ed un giorno. La porta è sormontata da una torre alta 51 metri, accessibile ai visitatori dopo un recente restauro: all’interno un tempo vi era il museo delle armi ma oggi sono esposte tutte le informazioni sui lavori di restauro eseguiti. Una volta arrivati in cima alla torre si gode di una vista a 360 gradi sulla città. Abbiamo poi percorso le strade acciottolate della città vecchia fino alla piazza principale “Hlavné náměstíe”, sede di numerosi eventi e famosa per la presenza di alcune statue in bronzo che raffigurano personaggi realmente esistiti. Tra di esse la celebre statua di Cumil (creata nel 1997 da Viktor HULÍK), il guardiano che sbuca da un tombino con il suo peculiare cappello (toccarlo porta fortuna). Ad un angolo della piazza si trova anche la statua del Bell’Ignazio, un giovane dai modi sempre gentili che perse la testa per amore. Passeggiando nella città vecchia, si arriva davanti ad uno dei palazzi più belli della capitale: il “Palazzo Primaziale”, un vero capolavoro in stile classico francese opera dell’architetto Melchior Hefele, inizialmente dimora dell’arcivescovo e dal 1903 sede del Municipio. Questo edificio è famoso per la spettacolare sala degli specchi e la collezione di arazzi inglesi commissionati dal re Carlo I nel XVII secolo. La sala è celebre perché qui venne firmato il trattato che, il 26 Dicembre 1805, ha sancito la pace tra Napoleone Bonaparte e l’imperatore austriaco Francesco I dopo la vittoria dei francesi ad Austerlitz. Prima di pranzo abbiamo girovagato tra le bancarelle dell’Old Market Hall (Stará tržnica) con la sua struttura costruita nel 1910, il mercato più famoso della città (aperto solo il sabato), dove si possono acquistare prodotti degli agricoltori locali e gustare piatti tipici della tradizione culinaria slovacca.

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Pranzo alle 13 al ristorante FlagShip che offre cucina autentica in un’atmosfera tradizionale. È ubicato sulla piazza SNP, accanto all’ingresso della chiesa dei “fratelli misericordiosi” e fa parte del complesso dell’ospedale e monastero costruito nel 1722-1728, sul modello del monastero dei fratelli misericordiosi di Vienna. L’edificio è ricco di storia: ha cessato la sua attività solo nel 1950, quando tutti i malati, monaci e suore vennero deportati nei campi, durante il regime comunista, periodo nel quale all’interno dell’edificio venne costruito il Cinema/Teatro Praga. Solo nel 1995 venne restituito ai frati diventando il primo ospedale privato in Slovacchia. Il ristorante venne realizzato solo nel 2008-2009 al posto del cinema/teatro ed oggi è, uno dei più grandi in Europa, come recita una targa all’entrata. Ci siamo seduti nella saletta all’ingresso mescolandoci con la gente del posto, gustando piatti della cucina slovacca e bevendo birra che proprio qui viene prodotta. Abbiamo ordinato un piatto tipico della loro cucina, la “Sviečková na smotane” ovvero testualmente “filetto su crema”, servito con mirtilli rossi, limone e panna montata. Nel menù si trovano tutti i piatti della cucina tradizionale: gnocchi con formaggio di pecora ( Bryndzové halušky so žinčicou) i famosi I bryndzové pirohy simili a quelli della cucina polacca, ripieni di marmellata serviti con formaggio di capra e noci, la zuppa all’aglio in una ciotola di pane scavato (Cesnaková polievka), la zuppa di maiale e crauti (Kapustnica) ed anche il Gulash e lo Strudel simili a quelli della cucina ungherese. Percorrendo un corridoio adiacente i contenitori di rame, dove il luppolo viene posto a fermentare, si oltrepassano prima i depositi di malto e poi una scalinata in legno che porta al primo piano, dove si trova la sala ristorante. Nella zona un tempo adibita agli spettacoli è allestito un caratteristico presepe, mentre nella sala, delimitata da balconate, si trovano al centro il bancone e tavoli tutt’intorno: sulla balconata si trovano delle interessanti copie delle originali vetrate del monastero. La piazza dove si affaccia il ristorante è stata teatro della Rivoluzione di Velluto, quella che, nel 1989, ha portato, senza spargimento di sangue alcuno, alla liberazione dal regime sovietico. Essa è titolata alla Sollevazione Nazionale Slovacca, cui seguì la liberazione dall’occupazione tedesca durante la Seconda Guerra Mondiale: presenta al centro un monumento molto particolare che riproduce due cupe e cadaveriche donne vestite con abiti tradizionali

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Pomeriggio Tour guidato di Bratislava

Alle 15 ci dirigiamo presso il negozio vintage nei pressi della piazza principale per un affascinate freetour in lingua inglese di due ore e mezza che ci ha permesso di scoprire i luoghi più emblematici ed iconici della città. Accanto al negozio vintage c’è il più antico shop di Bratislava: merita una visita, non solo perché all’interno si possono acquistare dei meravigliosi souvenir tradizionali ed assaggiare prelibatezze slovacche ma anche per l’interessante museo che ospita. Da qui si accede infatti al Muzeum OBCHOD, allestito in collaborazione con il Museo del Commercio di Bratislava che espone arredi originali degli anni ‘20. Nelle immediate vicinanze c’è anche un caratteristico mercatino delle pulci. Grazie ad un breve racconto della nostra guida sulla storia di questa meravigliosa nazione, abbiamo appreso che la divisione dai fratelli cechi avvenne senza conflitti il 1° gennaio del 1993, successivamente, nel 2004 la repubblica slovacca entrò a far parte della NATO e della UE e, nel 2009, il paese adottò l’Euro. Il tour parte dalla piazza principale che ospita il Vecchio Municipio di Bratislava, la Torre del Municipio e la fontana di Massimiliano II con l’armatura à la Roland. Da qui, salutando le statue del bell’Ignazio e di Cumil abbiamo percorso le caratteristiche strade del centro fino ad arrivare in prossimità del punto dove sorgevano le antiche mura della città con l’originario fossato colmato dall’imperatrice Maria Teresa per permettere al centro urbano di svilupparsi. Passando da Hviezdoslavovo námestie (piazza Hviezdoslav, dal nome del famoso poeta slovacco), dove si trova anche una gigante scacchiera siamo giunti al Duomo di San Martino, in stile gotico, luogo di incoronazione dei sovrani ungheresi con il suo campanile alto 85 metri: qui si esibì anche il famoso compositore Liszt. Abbiamo visitato i suoi interni gotici ed uscendo, dalla parte opposta, ci siamo ritrovati davanti al memoriale dedicato ai 105.000 ebrei slovacchi che vennero deportati e massacrati durante la seconda guerra mondiale. Il memoriale sorge dove si affacciava l’antica Sinagoga di Bratislava che viene oggi ricordata attraverso la riproduzione della sua sagoma sul muro posto alle spalle del monumento. La sinagoga e l’intero quartiere ebraico non furono demoliti dai nazisti, bensì dal regime sovietico nel 1967, per fare spazio alla strada che conduce al ponte Nový Most. Percorrere le vie tortuose fino Castello di Bratislava è stata un’esperienza faticosa ma una volta arrivati lassù la vista sul Danubio ripaga dello sforzo. Oltre il Danubio, si scorge Petrzalka uno dei quartieri più densamente popolati d’Europa. Qui durante gli anni della Repubblica Socialista Cecoslovacca, vennero edificati innumerevoli e anonimi edifici residenziali in stile brutalista. Dal castello lo sguardo spazia dall’Austria all’Ungheria: Bratislava non è infatti solo l’unica capitale a sorgere al confine con altre due nazioni ma anche quella più vicina ad un’altra capitale (Vienna). Da qui si vede anche l’immobile UFO posto al di sopra dell’unico pilone del ponte Nový Most (Ponte Nuovo o Ponte SNP) che per questa ragione viene comunemente chiamato Ponte UFO. Alto 95 metri può essere visitato ed è persino possibile cenare al suo interno. Abbiamo poi passeggiato tra i giardini del castello il cui nucleo originario risale al 1430 per opera di Sigismondo di Lussemburgo. Successivamente, dopo che il castello cadde in mano ai turchi nel 1563, Massimiliano II, primo monarca ungherese ad essere incoronato nel duomo di San Martino, lo ristrutturò per ospitare la famiglia reale. Anche l’imperatrice Maria Teresa lo scelse come residenza estiva ristrutturandolo e facendone la dimora per la sua figlia prediletta Maria Cristina. Nel 1808 il castello venne distrutto da un incendio e rimase in rovina fino al 1953 quando cominciarono i lavori di restauro. 

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Rientro a Vienna

Dal castello rientriamo in centro, percorrendo strade con caffè e ristoranti alla moda. Alle 17.30 con Bolt rientriamo in stazione per prendere il treno di ritorno a Vienna. Una volta arrivati a Vienna pausa relax in hotel prima di cena: qui dalla terrazza, abbiamo assistito ad un tramonto indimenticabile sui tetti della città.

Cena: Salm Bräu

Alle 20.30 cena alla storica Salm Bräu, birreria annessa ad un monastero del XVIII secolo proprio adiacente all’ingresso del Belvedere. Consigliatissima per la birra artigianale e il Porc Ribs.

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4° giorno: Arte al Belvedere e partenza

 

Mattina: Klimt e i giardini imperiali

Dal nostro hotel il Belvedere si può raggiungere a piedi. Durante il tragitto di appena 10 minuti, abbiamo costeggiato una delle boutique più famose di Vienna, giunta alla sesta generazione di proprietari, dal nome J&L LobMeyer. In vetrina sono esposti lampadari e oggetti in cristallo classici e moderni un tempo acquistati anche dagli Asburgo. Per la visita del Belvedere abbiamo acquistato in anticipo i biglietti online saltafila. Il Belvedere si compone di due edifici barocchi “Superiore” ed “Inferiore”, destinati a residenza estiva di Eugenio di Savoia, uno dei più grandi condottieri della storia. Dopo aver percorso giardini alla francese dai disegni geometrici con statue, terrazze e fontane meravigliose arriviamo al Belvedere superiore da dove si gode di una vista sulla città incredibile. Il Belvedere Superiore è famoso perché è il contenitore delle opere della secessione viennese: il pezzo forte della collezione è “il bacio” di Gustav Klimt, realizzato nel 1907-1908, su tela quadrata. Il pittore, padre del secessionismo dopo una viaggio in Italia era rimasto molto colpito dai mosaici di Ravenna e si ispirò ad essi per la realizzazione di questo capolavoro. Raffigura un bacio tra due amanti che, stretti uno nell’altro, emanano una luce propria che elimina qualsiasi effetto di profondità. I corpi, decorati con materiali preziosi, sembrano fondersi in uno solo. Il dipinto è esposto unitamente ad altri quadri di Klimt come il ritratto di Fritza Riedler, moglie di un ingegnere di successo ed il ritratto di Sonja Knips una delle donne più potenti del periodo, dove l’unica nota di colore è il taccuino rosso che lo stesso Klimt le aveva regalato. Un quadro molto particolare è il campo di papaveri, dove è riconoscibile l’influsso degli impressionisti francesi. Nel Belvedere superiore si trovano numerose opere di altri artisti della secessione viennese: Karl Karger, nella sua opera “Arrivo di un treno nella stazione nord est di Vienna” ci mostra una delle 6 stazioni che esistevano nel 900 anche se nessuna di esse è sopravvissuta: nello specifico quella di Vienna nord ovest venne distrutta da un bombardamento aereo e successivamente demolita. Franz von Stuck in “perduto” rappresenta un fauno in chiave mitologica che incarna le debolezze umane e lo stato d’animo dello stesso artista . Helene Funke in “Sogni”, rappresenta le donne nel periodo dei movimenti di emancipazione femminile. Elena Luksch Makowsky ritrae in “adolescentia”, una ragazza nuda circondata da ragazzi, in un prato fiorito, la “ver sacrum” dei secessionisti. Si trova poi un quadro di Tina Blau “Primavera nel Prater”, dipinto nel suo Atelier all’interno del Prater stesso, considerata la prima opera impressionista della pittura austriaca. C’è Claude Monet con “Un sentiero a Giverny”, una forma matura dell’impressionismo, di cui lui è uno dei fondatori. Ci sono anche i ritratti inquietanti di Richard Gerstl: “Le sorelle Fey” e “l’autoritratto” dell’artista, realizzato poche settimane prima del suo suicidio. Una sezione del Belvedere superiore è dedicata al barocco austriaco : qui si trova il famoso dipinto di Jaques Louis David, primo esempio del classicismo francese: raffigura Napoleone che passa il Gran San Bernardo su un cavallo bianco, collocandolo tra i grandi esempi della storia mondiale. Ci sono poi le emblematiche sculture di Franz Xaver Messerschmidt, composte da caricature e busti straordinari: l’intera serie includeva 66 busti in diversi materiali. Fu l’artista più brillante del barocco austriaco ma intorno al 1770 ebbe un crollo psicologico che sfociò in una vera e propria mania di persecuzione tanto che l’artista si ritirò a vivere a Bratislava dedicandosi fino alla fine dei suoi giorni alla realizzazione dei busti. Altra opera interessantissima è quella di Maria Lassnig – dipinta nel 1974 dal nome “Doppio autoritratto”, trasponendo sulla tela tutta la sua personalità: si mostra come un quadro nel quadro in cui lei è in piedi con una macchina fotografica. Abbiamo lasciato il Belvedere superiore dopo aver ammirato lo skyline sulla città di Vienna delle finestre del primo piano per raggiungere, attraverso il giardino, il Belvedere Inferiore. Anche il Belvedere inferiore è ricco di capolavori ma qui ciò che impressiona di più sono le sale e gli appartamenti di rappresentanza ed in particolare la “marmorsaal” in marmo rosso che porta all’Orengerie. Nell’Orengerie, fino al prossimo 7 settembre 2025, si può visitare la bellissima mostra “Gustav Klimt, Pigment & Pixel” che svela i segreti della pittura di Gustav Klimt e i suoi processi creativi utilizzando l’arte e la tecnologia. Qui si trovano altri celebri dipinti di Klimt tra i quali Giuditta I, una delle prime opere nella quale viene usato l’oro. In queste sale si può ammirare la luminosa testa gialla del girasole. Il girasole è in realtà la sua compagna/amica Emilie Flöge: qui il fiore allude ad un livello metaforico e la natura in forma femminile diventa l’emblema della vita e della sua caducità. La sezione più interessante della mostra è sicuramente quella riguardante la ricostruzione digitale dei quadri delle Facoltà, raffiguranti la Filosofia, la Medicina e la Giurisprudenza, commissionate dall’Università di Vienna, ma andati distrutti durante la seconda guerra mondiale a causa di un incendio: insomma una mostra davvero imperdibile.

 

Mezzogiorno : arrivederci Vienna

Alle 12.30 con un transfer prenotato su booking dall’hotel ci siamo diretti verso l’aeroporto per il volo delle 15.20. Si parte con il cuore pieno di immagini meravigliose poiché Vienna e Bratislava sono pura poesia naturalistica, architettonica, artistica, musicale e culinaria.

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-----INFORMAZIONI PRATICHE-----

 

🛬COME ARRIVARE

  • Vienna è facilmente raggiungibile in aereo, anche con compagnie low cost, da numerose città italiane.
  • Bratislava è collegata a Vienna con i treni ÖBB, rapidi e comodi.
  • Spostamenti locali: entrambe le città si visitano bene a piedi; a Vienna e Bratislava è molto comodo usare Bolt (servizio di ride-sharing simile a Uber).

DOVE DORMIRE

🏨Vienna

  • The Hoxton Vienna
    📍 Rudolf Sallinger Platz, 1 –Sito ufficiale
    Aperto ad aprile 2024, in un edificio anni '50, offre 196 camere. Design ricercato, terrazza panoramica con bar e piscina.

DOVE MANGIARE

🍽️A Vienna

  • Figlmüller
    figlmueller.at
    Famoso per la Wiener Schnitzel (cotoletta viennese). Prenotazione online consigliata.
  • Schweizerhaus
    schweizerhaus.at
    Storica birreria nel Prater. Ottimo stinco di maiale e birra. Frequentata da locali.
  • Café Das Hagel
    Fondato nel 1921. Ottimo per una pausa dolce con Sacher Torte servita con panna non zuccherata.
  • Salm Bräu
    salmbraeu.com
    Birreria artigianale annessa a un monastero del XVIII sec., vicino al Belvedere. Ottima birra e pork ribs.

🍲A Bratislava

  • FlagShip Restaurant
    bratislavskarestauracia.sk
    Cucina slovacca autentica in un ex teatro, accanto alla Chiesa dei Fratelli Misericordiosi.
  • Old Market Hall (Stará Tržnica)
    staratrznica.sk
    Mercato coperto aperto solo il sabato: prodotti locali e street food tradizionale slovacco.

COSA COMPRARE

🛍️Vienna

  • J. & L. Lobmeyr
    lobmeyr.at
    Dal 1823, raffinati cristalli e lampadari. 📍Salesianergasse 9, 1030 Wien.

🛒Bratislava

  • Muzeum Obchodu
    muzeumobchodu.sk
    Ricco di souvenir tradizionali e prodotti tipici slovacchi in un’ambientazione anni ’20, in collaborazione con il Museo del Commercio.

COSA VISITARE

🖼️A Vienna

  • Naturhistorisches Museum
    nhm.at
    Splendido edificio ottocentesco. Racconta 4 miliardi di anni di storia della Terra.
  • Prater
    praterwien.com
    Il parco divertimenti più antico al mondo. Da non perdere la ruota panoramica di 130 anni.
  • Belvedere (Superiore e Inferiore)
    belvedere.at
    Capolavori barocchi, ex residenza di Eugenio di Savoia. Qui è esposto Il Bacio di Klimt.
  • Free Walking Tour
    primetours.at
    Tour gratuito (2 ore) in inglese nel centro storico di Vienna.

🏰A Bratislava

  • Free Walking Tour
    freetour.com
    Tour gratuito (2,5 ore) in inglese nel centro storico e castello.

LIBRI E GUIDE CARTACEE DA LEGGERE PRIMA DI PARTIRE

  • Lonely Planet. (s.d.).Pocket Vienna. EDT.
  • Corriere della Sera. (2024).Vienna. Il Danubio e l’Art Nouveau(Collana "Viaggi brevi ed itinerari insoliti"). RCS MediaGroup.
  • Lonely Planet. (2024, aprile).Europa in 100 weekend(1ª ed. italiana), articolo:Nel cuore della Mitteleuropa – A Vienna e Bratislava. EDT.
  • Lonely Planet. (s.d.).In Europa senza aereo. EDT.
  • National Geographic. (2025).Vienna – Città del Mondo. Centauria Editore S.r.l.
  • White Star. (2023).52 weekend da sogno. Edizioni White Star.
  • National Geographic. (2025).UNESCO – 40 viaggi spettacolari nel patrimonio mondiale dell’umanità. White Star Edizioni.
  • Feltrinelli. (s.d.).Bratislava. Feltrinelli Editore.
  • Lonely Planet. (2025).Best in Travel 2025. EDT.
  • Travel365. (s.d.).Guide su Vienna e Bratislava. Travel365.it.

ARTICOLI E PUBBLICAZIONI PERIODICHE

  • Dove. (2024, ottobre).Vienna: la cucina delle nonne (e dei nipoti). Editoriale Domus.

FONTI WEB